
Emozioni e successo personale
- By antonella
- On 09 Set, 2017
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- Tag:coaching, competenze, crescita, crescita personale, emozioni, quoziente intellettivo, risultati, sviluppo
Che ruolo giocano le emozioni nel successo di ciascuno?
Statistiche confermano che le persone di successo hanno in buona parte, ma non tutte, un alto quoziente intellettivo però la statistica ci dice anche che la capacità di controllare le emozioni ha una maggiore rilevanza rispetto al Q.I..
Infatti coloro che hanno un Q.I. elevato e una scarsa capacità di gestire le emozioni sono di solito fallimentari nella vita.
Questo accade perché le emozioni guidano i comportamenti in collaborazione con la nostra parte razionale e, in alcuni casi, ne prendono la guida assoluta generando un vero e proprio “sequestro emotivo”.
Quando sotto l’impulso della rabbia urliamo e siamo fisicamente violenti siamo stati sequestrati dall’emozione.
I tempi attuali sono scenario di sequestri emotivi sempre più numerosi. Lo conferma, ad esempio, l’incremento percentuale dei casi di omicidio in famiglia.
Quando le emozioni prendono il sopravvento, oltre ad episodi eclatanti, accadono all’individuo anche tante altre cose meno evidenti ma che impattano sulla sua prestazione.
Ad esempio la depressione comporta una minore capacità di concentrazione ed una minore memoria, spinge all’isolamento con gravi conseguenze in termini di rendimento e di relazioni sociali.
Quindi, per avere successo nella vita, il saper controllare le proprie emozioni diventa fondamentale quanto, se non più, il quoziente intellettivo.
Con questo non voglio dire che le emozioni vadano rigettate o eliminate (il che sarebbe, per fortuna, impossibile se non tramite un intervento chirurgico sull’amigdala) perché sarebbe pericolosissimo sia non provarle che bloccarle.
Le emozioni hanno infatti una funzione fondamentale per la sopravvivenza e ne fornisce un classico ed esaustivo esempio, la paura.
Questa innesca delle modifiche fisiologiche (maggiore afflusso di sangue agli arti inferiori, maggiore recettività agli stimoli esterni, maggiore prontezza) finalizzate a consentire la fuga in caso di pericolo.
Se non si provasse la paura, a fronte di un pericolo, probabilmente si resterebbe immobili ad attendere l’accadimento infausto!
Inoltre se non provassimo le emozioni resteremmo indifferenti a situazioni di ogni natura e i rapporti interpersonali sarebbero impossibili o quantomeno sterili.
Quindi cosa si intende per controllo delle emozioni?
Si intende che la reazione/azione sia commisurata all’oggettività dell’evento.
E’ prioritaria la capacità di individuare l’emozione che sottende l’impulso ad agire e la conseguente capacità di rapida scelta del comportamento migliore, quello cioè più appropriato alla circostanza che l’ha generata.
Studi clinici hanno evidenziato che adolescenti con scarso controllo emotivo e difficoltà relazionali tendono ad interpretare le azioni altrui verso di loro come azioni di attacco, questo comporta reazioni violente in quanto gli manca la capacità di prendere in considerazione altre possibilità, cioè che l’azione potrebbe essere involontaria o casuale.
In questi casi la reazione è immediata rispetto all’evento e non è funzionale alla sopravvivenza.
Questo modo di agire aumenta per questi adolescenti le difficoltà relazionali in un circolo negativo che, se non si interviene per tempo insegnando loro come gestire correttamente le emozioni, aumenterà anche le probabilità di insuccesso nella vita, indipendentemente dal loro Q.I., rispetto ai coetanei che, grazie a reazioni più appropriate, avranno relazioni sociali migliori.
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